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Il triangolo no, meglio il cerchio?


Tutto ciò che entra nelle nostre vite è collegato al nostro percorso individuale. Ciò non implica la colpa o la casualità, ma un significato più profondo che può essere fonte di grande trasformazione per chi è pronto a coglierne il significato. Se un triangolo entra nella nostra vita, è lì per qualcosa, anche se poi è doloroso, a prescindere dal vertice del triangolo nel quale ci troviamo collocati.


Esistono molti tipi di triangoli e non tutti di carattere sessuale. Quelli sessuali non sono sempre drammatici al modo di Tristano e Isotta. A volte ci sono due partner e c’è una terza persona coinvolta con uno dei partner, ma non c’è movimento, è tutto statico e può continuare così per molti anni, fino a che uno dei tre non si rompe le palle o muore. In altri triangoli amorosi, uno dei partecipanti è in costante cambiamento sia di identità che di ruolo, quasi un bordello...

Di altra natura sono quelli in cui sono coinvolti genitori e figli o le amicizie.


Ancora più complessi sono i triangoli che coinvolgono partner non umani (non immaginatevi Alieni verdi che fanno cose strane). Un partner potrebbe sentirsi geloso e tradito dalla dedizione dell’altro a un lavoro, a un’arte, un hobby o una religione.

Queste condizioni possono suscitare le stesse sensazioni di gelosia del modello sessuale. Quando uno si ritira in uno spazio creativo, o se ne sta nel suo garage a costruire mensole ha in qualche modo "lasciato" la persona con la quale vive e ciò può creare enorme gelosia nel partner. Il processo creativo è un processo d’amore.

Se uno ama il proprio lavoro (sempre che ne abbia uno) ciò può provocare enorme gelosia.

Perciò quando dobbiamo condividere l’amore di qualcuno, sia con un’altra persona sia con qualcosa d’intangibile come l’immaginazione o lo spirito, è giusto sentirci traditi, degradati e abbandonati? Dipende...


Ma torniamo a noi, il Dott. David Braucher definisce “Il triangolo amoroso delle Bermuda” come: “una situazione di stallo in cui, una volta aver sperimentato due partner, convinciamo noi stessi di aver bisogno di entrambi...”

La tresca potrebbe terminare dopo aver soddisfatto la necessità che ci ha spinto ad iniziarla, in quel caso dovremo affrontare esclusivamente i sensi di colpa, oppure potrebbe capitare di innamorarsi dell’amante. Ci ritroviamo quindi a volere sia il nostro partner che l’amante, intrappolati nel triangolo amoroso delle Bermuda. Proprio un bel guaio no? un vero casino forse rende meglio l’idea.


Il triangolo amoroso può essere breve se si considera il terzo incomodo una semplice scappatella, ma può anche durare anni. Il tradimento è come un’araba fenice: distrugge e trasforma in ogni caso. Ma chi sono i protagonisti del gioco delle coppie, vediamo un po’:

Il Traditore è la persona che apparentemente sceglie di essere coinvolto in un triangolo. Lui/lei è un’anima divisa, prova amore o attrazione verso due cose diverse.

Il Tradito generalmente crede di essere leale, è l’altra persona ad essere sleale.

E’ qualcun altro ad avere iniziato il gioco.

Di solito pensiamo che il tradito sia quello che soffre di più nel triangolo, perché generalmente è lui che esprime la sofferenza, la gelosia e l’umiliazione, ma non sempre è così.

L’Amante apparentemente entra in una relazione esistente tra due persone e minaccia di distruggerla o cambiarla. Se ci capita di occupare quel posto, potremmo ricevere ben poca simpatia, ed in particolare nessuna da parte di coloro che sono coinvolti in relazioni stabili e che sentono il vento freddo del loro possibile futuro. In effetti, l’Amante potrebbe anche sentirsi una vittima e percepire il tradito come il predatore.

Il problema si presenta ovviamente quando il nostro partner scopre l’esistenza del triangolo amoroso. Potremmo continuare con le menzogne, mantenendo un’intricata serie di bugie e sotterfugi per vivere entrambe le storie, oppure i nostri sensi di colpa e la stanchezza potrebbero avere la meglio spingendoci a prendere una decisione.

Già ma quale?

Di fronte a tali domande la cabina con cuffia di Mike Bongiorno è paragonabile ad una doccia calda... questa invece è una doccia fredda!

Parlarne? ma con chi... Tornare sui propri passi e dimenticare tutto? sarebbe come accontentarsi della seconda scelta... Oppure? Se quella che sembra l’unica soluzione possibile, lasciarsi, non è accettata da nessuno dei tre, la logica porterebbe a considerare un particolare equilibrio relazionale chiamato Triade Poliamorosa (sa di malattia anche se non lo è), qui si raggiunge un livello di consapevolezza tale da lasciare spazio (lecito) ad altre possibilità di condivisione.

Questo esempio possiamo considerarlo valido per tutti i tipi di triangoli affettivi, ma quindi se il triangolo no... meglio il cerchio?


Chiudiamo qui con una bella citazione di Ezra Pound:

“ Il pensare divide, il sentire unisce.”


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