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La presenza degli assenti.


Ecco qualche esempio della presenza tra noi degli assenti. Questa lista è solo un esempio, non segue alcun ordine e nessuna logica.


Nella musica:

Chat Baker, Kurt Cobain, Jimi Hendrix, Buddy Holly, Richie Valens , Janis Joplin , Jim Morrison, Tupac Shakur, Elvis Presley, Freddy Mercury, Michael Jackson, Amy WineHouse.


Nell’arte:

Piero Manzoni, Jean-Michel Basquiat, Amedeo Modigliani, Vincent van Gogh, Andy Warhol, Kate Haring, Francesco Lo Savio.


Nella nostra vita:

Parenti ed amici.


La presenza degli assenti nella musica è garantita fondamentalmente dalle incisioni degli stessi, dai video, dai film o dai documentari girati in vita.

Grazie alla musica ci si può garantire una posizione costante nella memoria giornaliera comune. Il valore economico dei prodotti sul mercato collegati ai musicisti non varia molto nel corso del tempo, ciò che può variare è l’incremento di oggetti (merchandising), inediti o ripubblicazioni degli album.

Quando un musicista muore, la sua musica continua ad essere viva. Può essere riprodotta da altri musicisti, in svariate forme. Può influenzare altri dopo.

La loro presenza può durare secoli.

Questo fa dei musicisti dei “morti attivi”.


La presenza degli assenti nell’arte è ovviamente destinata alle opere degli stessi, che si tratti di dipinti, sculture, video di performance, e tutte le altre forme alternative a queste.

Grazie all’arte ci si può garantire una posizione costante nella memoria collettiva comune. Il valore economico dei prodotti sul mercato collegati agli artisti varia e varia molto nel corso del tempo, ciò che non varia , salvo per i più noti, è l’incremento di oggetti (merchandising), gli inediti sono rarissimi, le opere non si possono duplicare.

Quando un artista muore, la sua arte continua ad essere viva. Può essere vista e rivista nelle gallerie o nei musei, ma non può essere riprodotta da altri artisti. Spesso accade che venga copiata da altri o che influenzi intere generazioni dopo.

La loro presenza può durare millenni.

Questo fa degli artisti dei “morti quasi attivi”.


La presenza degli assenti nella nostra vita è racchiusa principalmente nelle nostre menti. Spesso utilizziamo l’aiuto della fotografia, alcune volte si ha la fortuna di richiamare la presenza con un video. A volte anche un oggetto, un dono, una ricetta, possono essere utili a completare la lista delle tracce.

Grazie alla nostra mente chiunque si può garantire una costante presenza nella memoria, ma non sempre collettiva, di solito è personale. Il valore economico del passaggio lasciato dagli amici e dai parenti è nullo perché in questo caso entra in gioco il famoso e temuto “valore affettivo”. Ovviamente non varia l’incremento materiale di nessun tipo e in nessuna forma. Tutto si ferma. Tutto viene sospeso. Niente inediti, niente duplicati, niente copie.

Rimane l’influenza, gli insegnamenti e la saggezza che qualcuno di loro è riuscito a tramandare ai posteri. Questi elementi vengono incisi in modo netto ed indelebile nella mente di chi gli è stato vicino. Purtroppo, nella maggior parte dei casi ha una durata limitata a 2 o 3 generazioni.

Perciò la loro presenza può durare decenni.

Questo fa di loro dei “morti passivi”.


La differenza sostanziale tra queste tre categorie di presenze-assenze può essere riassunta in questo modo: le prime due vivono al di fuori dell’Io. La terza è viva solo all’interno dell’Io.

Le riflessioni le lasciamo in consegna.

Questa è semplicemente un’analisi dei fatti da un punto di vista generale ed asettico. I sentimenti affettivi personali o collettivi possono stravolgere queste considerazioni.

Ma anche le grosse eredità!


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