Culi contro concetti, ovvero l’eterna lotta tra facile contro difficile, superficiale contro profondo, complementare contro sostanziale e così via...
Contro non vuol dire che questi due significati contrari tra loro si fanno la guerra, ma significa che sono in qualche modo destinati a due tipologie precise di individui. O se vogliamo, a volte, a due diversi stati d’animo o differenti approcci che uno stesso individuo può avere.
Questo non sarà un saggio di antropologia sociale, ma più semplicemente un’effettiva presa di coscienza ed una banale constatazione dei fatti, con uno sguardo specifico sugli atteggiamenti palesi che in quest’ultimo decennio si sono amplificati e consolidati per mezzo della tecnologia.
Partiamo da non molto tempo fa.
Esempio nostrano:
Italia 1983, il nostro paese stava risollevando l’economia dopo i pesanti sacrifici degli anni ’70, solo un anno prima il calcio che conta ci pone al vertice. Il calcio è un elemento perfetto per delineare lo scenario economico di un paese.
Quindi dicevamo, 1983; a quei tempi oltre alla stampa, esisteva una sola altra fonte che potesse generare contemporaneamente aspetti leggeri e pesanti, profondi e superficiali, ed era (ma lo è ancora) la televisione. Che succede di così sconvolgente?
Semplice ragazzi, arrivano i culi! E ne arrivano davvero tanti...
Irrompe nelle case degli italiani un caos ormonale senza precedenti, come un treno senza freni carico di... carico di culi in bella mostra, tette pompate, gambe all’aria, ammiccamenti, malizie, doppi sensi e una marea di risate.
E’ Drive In, trasmissione televisiva ideata da quel genio malefico di Antonio Ricci, che traccia un solco profondo nella cultura italiana di massa. Punto di non ritorno del buon gusto per come si conosceva allora e contemporaneamente punto d’inizio del cattivo gusto per come si conosce ora. Da quel giorno in poi i culi presero il sopravvento sui concetti.
Analisi generalista? forse sì, ma se esaminiamo l’andamento degli eventi culturali, partendo proprio dalla televisione, il cinema, la stampa scandalistica, la moda, l’arte contemporanea (di quegli anni), la neo nata musica elettronica e il pop, non sbagliamo di molto.
Certo possiamo dare così un’ulteriore conferma del segno negativo lasciato da quel periodo oscuro che sono stati gli anni ’80.
Potevamo riprenderci, potevamo farcela; gli anni novanta stavano per cancellare la tendenza all’inutile, le nuove idee di quegli anni ce l’avevano quasi fatta, a fatica e lentamente i concetti emergevano uno alla volta. Finalmente.
Ci stavamo preparando ad affrontare il nuovo millennio sotto una nuova luce, brillante, fresca... e invece proprio sul più bello, porca puttana, arriva un altro carico di culi nelle case degli italiani (e non solo questa volta), non più dalla televisione ormai vecchia se non nell’aspetto fisico e tecnologico esteriore, ma dagli schermi dei computer. Quelli che servivano solo qualche anno prima a fare due conti (male) e a passare il tempo con i video Games. Da quei piccoli anonimi schermi sulle scrivanie esce di tutto, altro che Drive In.
Inizia proprio dal boom di internet del 2000 il vero declino intellettuale massificato.
Cambia il valore del superfluo, si intensifica la logica del non senso, del ridicolo, della stupidità estrema. Anche se, anche se... Anche se per il colpo di grazia, quello vero, quello che spezza il collo e le speranze, dobbiamo aspettare il 2006.
Arriva lui.
Silenzio, arriva Mark.
Zuck ha letteralmente rivoluzionato il mondo della comunicazione sociale, questa è cosa ben nota e accreditata. Cioè, in pratica ha preso i nostri cervelli (non tutti per fortuna) e li ha rigirati come un calzino. Sapete bene a cosa ci riferiamo.
Fa, Fac, Face, Faceb, Facebo, Faceboo, Facebook!!!
Ma no, tranquilli, non ci sarà nessuna critica scontata e gratuita, perché la colpa non è mai del mezzo, ma sempre di chi lo utilizza e soprattutto come lo utilizza. Perciò fine dell'attacco.
Però, per pura casualità, dallo sbarco della F bianca su fondo bluastro, il marginale, il vano e l’immotivato, hanno preso il dominio delle deboli menti generaliste. Considerato che numericamente (la storia insegna), i deboli sono sempre stati in maggioranza rispetto ai forti, sulla base dei casi precedentemente trattati, possiamo concludere questo:
Culi 3 - Concetti 1
- risultato parziale di una partita ancora in corso -
Chi vincerà?