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Ladri di candele


“La differenza tra i falsi ricordi e quelli veri è la stessa che c’è per i gioielli: sono sempre quelli falsi che sembrano i più reali, i più brillanti.” Salvador Dalí


I ricordi. Abbiamo davvero smesso di conservare i veri ricordi? E se sì, quando abbiamo interrotto quel processo che ci permetteva di avere con noi una copia di un momento della nostra vita?

Una prova dell’istante, moderatamente filtrata dalla presenza del mezzo a disposizione. Prima, durante i giorni di festa, agli avvenimenti importanti come per i compleanni e anche negli anniversari, c’era sempre una figura destinata alla cattura del momento. Quasi non si notava, ma c’era.

Era lo zio, la cugina o la mamma e le prove del suo operato arrivavano di solito dopo qualche giorno, a volte settimane, venivano portate dentro un album dal colore approssimativo, si poteva avvertire un’atmosfera di solennità. Una celebrazione semplicemente ricca di meraviglia per la scoperta di ciò che era stato. Vedere il passato concretizzarsi di fronte agli occhi non lasciava spazio ad altro se non a quel ricordo che all’improvviso diventava il presente. La maggior parte delle esperienze erano racchiuse tra le pellicole fotografiche, meno da quelle video.


Per intenderci meglio e circoscrivere il fenomeno, prenderemo ad esempio un periodo di riferimento non troppo remoto, ma a ridosso del contemporaneo, dalla metà del secolo scorso quando gli strumenti di riproduzione sono diventati di largo consumo, o quasi. Non avrebbe particolare senso arrivare ad esaminare le condizioni dei nostri antenati vestiti di pelli.Allora facciamo chiarezza: questa non è una critica alla fotografia come mezzo, né alle mutazioni della stessa perché chi si oppone allo sviluppo si oppone all’evoluzione e si oppone perciò a se stesso, e non è questo il caso.

Non sarà neanche una ricerca ben curata sugli apparecchi e sulle tecniche utilizzate, come potete vedere non c’è scritto da nessuna parte “impara la fotografia in 3 scatti” o “l’arte del ritratto banale”, ma solo e sempre il punto della situazione che ci ritroviamo a vivere, sempre e solo il riflesso della società intorno a noi; ed intorno a noi ci sono tante persone, ma davvero tante specialmente se siete i protagonisti principali di una festa, mettiamo il vostro compleanno, il vostro anniversario di fidanzamento col gatto. Ecco, se malauguratamente siete voi i festeggiati state attenti a chi invitate, perché quelli che prima erano parenti, quel gruppo di persone che un tempo consideravate amici, nuovi o di vecchia data, di quelli che si portano dietro lo sconosciuto (c’è sempre uno sconosciuto alla vostra festa), bene, tutte quelle persone che chiameremo “invitati”, anche perché lo sono ma era per mettere delle virgolette, in realtà non sono lì per voi.


Questa è la verità.

Cioè vengono lì per voi, per festeggiare, per bere, mangiare, divertirsi, scambiare sorrisi e parole, ma... ma, ma arriva quel momento decisivo che rivela la loro vera e nuova personalità, come mutanti si trasformano rapidamente da festanti a fotografi d’assalto.

Da parenti a paparazzi (questo concetto forse è sempre esistito, ma utilizzando tecniche diverse). Comunque, all’improvviso il vostro compleanno, il taglio della torta con i Puffi o un brindisi alla vita, si trasformano, tutto si trasforma in una conferenza stampa, diviene l’arrivo di un divo alla notte degli oscar: ci sono flash, c’è la calca, le voci, il clamore, l’esclusività; siete delle personalità di successo e non lo sapevate.

Campioni del mondo, Capi di Stato e Pontefici hanno ormai meno seguito di voi e ci dispiace per loro. Dite la verità che non sapevate di essere così sotto i riflettori, è bello e di sicuro avrete tanti bei ricordi da far vedere a qualcuno.

A proposito, ma dove sono le foto di quei momenti così importanti?

Ei, era una domanda... Dove sono finite? Ce ne saranno migliaia, li avete visti erano lì di fronte a voi. Ok, c’erano i flash accecanti, ma loro erano lì. Su pensate bene. Be se non saltano fuori quelle foto, tranquilli c’è una spiegazione, qualcuno le ha rubate. Mettetevi l’anima in pace, vi hanno fottuto solo alcuni dei ricordi più importanti. Ma in compenso siete stati famosi, anche per meno di 15 minuti.

E’ inutile denunciare il fatto alla Polizia, anzi non fatelo è pericoloso perché potrebbero farvi provare l’ultimo modello di camicia di forza firmato da qualche stilista statale. Siete vittime. Siete vittime dei ladri, non semplici ladruncoli con la maschera nera sulla faccia, ma con la faccia mascherata da reporter di guerra.

Sono i nuovi ladri, sono ben mimetizzati tra noi, sono chi non t’aspetti, sono i ladri di candele. I ladri di candele ti rubano i ricordi mentre ci soffi sopra, lo fanno perché sono golosi di avvenimenti da collezionare nei loro apparecchi. Quei dispositivi che si trasformano in prigioni d’attimi esistenziali.

Campi di concentramento virtuali imprigionano avvenimenti reali fino all’oblio o fino alla morte (degli apparecchi). I ladri di candele non sono lì per testimoniare il presente, ma per presentarvi il testimone ed in questi casi il testimone è un telefono, una compatta o quello che capita. Video, foto ad alta risoluzione, immagini perfette, ma incredibilmente vuote perché loro sono lì solo per mettersi alla prova, per soddisfare il proprio sguardo sui monitor luminosi, vogliono catturare l’attimo e alla fine catturano solo l’attenzione.


I ladri di candele hanno iniziato il processo di cancellazione della memoria personale, almeno quella legata ad avvenimenti che fino a qualche decennio fa venivano considerati bagagli fondamentali da portare sempre con sé. Ma la colpa di può essere; puntiamo il dito sulla tecnologia oppure lo puntiamo su noi stessi?

Forse abbiamo iniziato a percorrere un rapido declino sociale che non ci permette di sopportare e trasportare il peso del passato, ma solo quello del presente, solo quello dell’attimo appena prima del prossimo, come se un ricordo equivalesse ad un bit, come se il nostro fosse ormai un passato digitale, una memoria virtuale da svuotare liberamente per far spazio al bottino.

Quale bottino? quello che vi hanno rubato alla festa!


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