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ABOUT TOURISTS


A vederli sembrano rilassati, immersi nella lettura e nella riflessione mentre viaggiano a bordo di un mezzo pubblico, in modo assolutamente consono, cioè con tanto di biglietto regolare. E questo ultimo dettaglio nel nostro paese non è sempre verificabile.

Leggono quotidiani nazionali sportivi, uno è addirittura interessato ad un giornale locale che spesso di interessante non ha davvero niente, se non l’oroscopo e la pagina dei necrologi. Sono in quattro e li ho visti alla fermata mentre aspettavano il bus come me. Naturalmente li ho seguiti, dai ma non come un maniaco, diciamo osservati attentamente per potermi accomodare nelle immediate vicinanze.

Bene, sono seduto di fronte a loro, anzi nei sedili di fianco. Con me, al solito e come sempre quando mi sposto con i mezzi pubblici, porto uno zainetto nero ed il notebook, oltre alla compatta nella tasca destra. Ho notato da subito e certo non occorre essere troppo svegli, che avevo di fronte quattro migranti, quattro profughi che dal centro di accoglienza della zona andavano verso la città come molti pendolari, anche loro viaggiano per andare a lavorare.

Come molti di noi, anche loro si impegnano al meglio per sopravvivere. Come troppi lavoratori, anche loro non hanno diritti, ma questo tema in fondo non c’entra un cazzo.

Questo è solo un piccolo scorcio di integrazione, di desiderata normalità, non simulata, ma ricercata. Ovviamente che cosa può fare uno stronzo come me se non fotografarli di nascosto...?

Solita procedura con la compatta accesa nella tasca e click. Senza vedere, senza farmi vedere.

La solita procedura di sempre.


Il titolo principale del quotidiano è stato solo una piacevole coincidenza, una metafora sarcastica che inquadra più rapidamente il concetto. Pur non conoscendo i dati ufficiali, o meglio i dati reali delle presenze di profughi sul territorio nazionale, il boom di presenze c’è stato lo stesso e di certo maggiore di quella percentuale indicata in prima pagina.

Però, si può notare chiaramente il loro tentativo di essere parte della comunità, si impegnano nella lettura, anche se in realtà mi è stato confessato che guardavano solo le immagini, non è importante questo, d’altronde molti di noi lo fanno pur sapendo leggere correttamente l’italiano. Forse sono addirittura fortunati nell’ignorare le puttanate scritte dalla maggior parte dei giornalisti venduti e mediocri che affollano tutti i giornali nazionali, ma questo tema, come il precedente, non c’entra un cazzo.

Questo rimane sempre e solo un piccolo scorcio di integrazione, di desiderata normalità, non simulata, ma ricercata, voluta, sognata e sperata. E se la distanza tra i popoli è spesso un fattore culturale, mi sembra che questa sia una dimostrazione di volerla ridurre. La distanza.

A proposito di turisti.

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