Patrick Watson, la band, è attiva dai primi anni del duemila ed è giunta al quinto album ufficiale. I quattro toccano il soul e sfiorano la psichedelia, calibrano a dovere il folk, mischiano sapientemente il rock con il progressive.

Patrick Watson, come solista, ha alle spalle una discreta produzione di colonne sonore per  il cinema e per la Tv, vanta una collaborazione con “The Cinematic Orchestra”. La sua voce per fortuna inizia ad assomigliare sempre meno a quella di Jeff Buckley e spesso si avvicina alle timbriche di Marvin Gaye.

Il gruppo canadese non è mai stato considerato più di tanto dalla severa critica del panorama Indie, anche se con l’ultimo album “Love songs for robots” non potrà certo continuare ad essere così. Love songs for robots è un disco dalle molteplici influenze e una vasta gamma di sonorità che richiamano perfino gli anni ’60 e ’70, passando per la pura psichedelia che farebbe tanto piacere ai Pink Floyd.

Questo è il tipico disco da assaporare in più riprese, da assorbire nel tempo e che poi finisce per assorbire l’ascoltatore stesso. Un grande lavoro di ricerca per questi ragazzi di Montreal. Sono pronti ad esplodere.